lunedì 31 gennaio 2011

Sophie Calle e Luciana Littizzetto

Sophie Calle è un' artista francese, Luciana Littizzetto una comica italiana. Cosa avranno mai in comune? Semplice: le unisce un'opera d'arte. Si tratta di Take care of yourself, prenez soin de vous, cuidate much, in italiano Prenditi cura di te presentato dalla Calle alla Biennale di Venezia nel 2007. L'artista francese, esorcizza una triste lettera d'amore ricevuta da un suo ex compagno, rendendola un'opera d'arte. Sophie Calle ha chiesto a 107 donne di interpretare, in base alla propria professione, il testo della lettera. Così la psicologa ne ha fatto un profilo, l'insegnante di italiano l'ha analizzata linguisticamente, la ballerina ha creato una coreografia e la nostra Lucianina...ne ha fatto uno sketch! L'installazione è composta da video, registrazioni e testi che comprendono appunto l'analisi, la lettura e l'interpretazione delle tristi parole d'amore.Tra le donne che hanno partecipato ricordo: Jeanne Moreau, Miranda Richardson, Emanuelle Laborit, la pornostar Ovidie e quindi la nostra attrice comica Luciana Littizzetto

Sophie Calle racconta: Ho ricevuto una mail di mattina. Non ho saputo rispondere. Come se non fosse indirizzata a me. Terminava con le parole:Abbia cura di sè. Ho preso la raccomandazione alla lettera. Ho chiesto a 107 donne, scelte in base al loro mestiere di interpretare questa lettera da un'angolazione professionale. Analizzarla, commentarla, recitarla, danzarla, cantarla. Esaurirla. Capire al posto mio. Rispondere per me. Un modo di prendere tempo per rompere. Prendermi cura di me.

Nel video di Luciana Littizzetto vediamo l'attrice mentre legge la lettera e taglia le cipolle piangendo. Non si capisce se pianga per l'amore perduto o per le cipolle tagliate. Ve lo consiglio! E' davvero molto simpatico!

Per ulteriori notizie vi propongo: l'articolo di Wikipedia su Sophie Calle, articoli tratti da Repubblica.it e da Sole24Ore.





domenica 30 gennaio 2011

Settimana al femminile...Le donne dicono di no!

Su Facebook mi è arrivato l'invito a partecipare ad un'interessante iniziativa.
Riporto testualente:
Questa sarà una settimana importante (dal 24 al 31 gennaio 2011) , in tutta Italia donne organizzaranno sit-in, dibattiti, cortei o assemblee pubbliche, flash mob per palesare con forza il nostro NO a questo sistema di compravendita delle donne, allo sfruttamento del corpo femminile.. richiedendo che siano riaffermati i nostri diritti come donne: diritto al lavoro ed all'auto-determinazione.

In questa settimana possiamo far senti...
re la nostra voce anche attraverso Facebook... come?

La proposta di Società Usa e Getta è: sostituire la vostra foro profilo con foto di donne valorose, intellettuali e combattenti, che hanno lottato per i diritti delle donne in Italia.

Questo gesto ha lo scopo innanzitutto di comunicare la nostra identità come donne capaci di affermarsi con caraggio ed intelletto, ma anche di rinnovare la nostra memoria storica, ricordarci che il diritto al voto, il diritto al lavoro, alle libertà individuali, alla libertà di vestirci come vogliamo e non in riferimento ad un ruolo che ci da la società o un uomo ... sono diritti conquistati, spesso a caro prezzo, da Donne!
Alcune famose.. altre rimaste più in sordina... ma donne, che abbiamo il dovere morale di ricordare, e continuare la loro opera in loro onore.

Tutte unite per ringraziare queste grandi donne, e portare avanti ciò che loro hanno iniziato


Che aggiungere..credo sia tutto chiaro no? Basti pensare che l'evento ha ben 138.617 conferme di partecipazione!
Ricordiamo con Facebook, ormai importantissimo strumento di comunicazione, queste grandi Donne! Io ho già scelto...e  voi?


Ps= Ho deciso di dedicare anche io questa settimana a grandi Donne della comunicazione, dell'arte, della letteratura, del mondo dello studio, della ricerca...
Farò,o proverò a fare, alcuni brevi ritratti di straordinarie personalità femminili, ovviamente si accettano  proposte!

sabato 29 gennaio 2011

"Il beffatore di Siviglia" di Tirso de Molina

"Il beffatore di Siviglia" è un opera teatrale scritta da Tirso de Molina. E' stata rappresentata durante il famoso "Siglo de oro" spagnolo, il 1600, periodo di fiorente attività letteraria e teatrale.

Il protagonista dell'opera è Don Giovanni, seduttore e conquistatore di donne. Il testo inizia in medias res, nel bel mezzo di un inganno del beffatore ai danni della dama Isabella, che credendolo il suo amante, Ottavio, concede il suo onore, per poi pentirsene e chiamare aiuto una volta scoperto l'inganno.
Don Giovanni può vantare innumerevoli conquiste e inserisce nel suo "inventario personale" la pescatrice Tisbea, che viene illusa da una promessa di matrimonio e la contadina Aminta, che viene strappata al suo sposo. Infine cercherà anche di ingannare donna Anna, che si accorgerà dello scambio di persona (Don Giovanni cerca di spacciarsi per il suo amico, il Marchese della Mota). In soccorso della figlia arriva Don Gonzalo, che però durante il duello con il giovane seduttore, resta ferito a morte.
Nessuno degli altri personaggi riuscirà ad imporre la propria autorità e a punire severamente Don Giovanni.
Don Giovanni e il suo servo Catalinòn (praticamente in italiano sarebbe "Cagasotto" visto che Catalinòn significa grande "cacca") si ritrovano nella cappella dove è stato sepolto Don Gonzalo, il ragazzo offende il defunto tirando la barba della sua statua, invitandolo a cena. Don Gonzalo si presenterà effettivamente a casa di Don Giovanni e ricambia il suo invito offrendogli un banchetto.
Al termina della macabra cena, a base di scorpioni e unghie, Don Gonzalo, unico personaggio degno di autorità, compirà la sua vendetta umana e divina, trascinandolo con sè negli inferi. Catalinon, giunge alla corte raccontando l'incredibile fine di Don Giovanni. Le donne sedotte, morto il loro seduttore, possono reputarsi vedove e sposare i loro innamorati.
Il peccato più grande di Don Giovanni, non è tanto il voler possedere le belle donne (peccato secondario e comune, chi non sogna di sedurre una dolce fanciulla e godersela per una notte intera?), ma il voler approfittare della misericordia divina. Quando infatti, il suo servo o suo padre, lo invitano a pentirsi quanto prima, il giovane risponde: "Tan largo me lo fiàis!" ("C'è ancora tempo"), convinto di potersi confessare in extremis. Don Gonzalo, al contrario non glielo permetterà, punendolo per le tante malefatte.
L'opera è scritta con linguaggio ostico e aspro. Gli stessi attori non credevano possibile un simile successo e si diffuse la leggenda di un patto con il demonio.
In realtà, l'opera deve la sua fama e la sua popolarità alla grande capacità di Tirso nello strutturare la commedia. La cena macabra e soprattutto l'entrata in scena del defunto Don Gonzalo, rappresentava una grande attrattiva per il pubblico (un momento particolarmente ironico si ha quando la statua di marmo entra a passo ritmico e pesante nella dimora di Don Giovanni, che terrorizzato a sua volta indietreggerà allo stesso ritmo del suo ospite).

Ovviamente queste sono solo alcune linea guida riguardanti i numerosi e interessanti temi trattati in questa ricchissima opera che ha contribuito a rendere immortale la celeberrima figura di Don Giovanni, il beffatore di Siviglia. 

venerdì 28 gennaio 2011

"La volpe davanti alla maschera di teatro" Esopo

La volpe davanti a una maschera da teatro
Una volpe che era entrata nella casa di un attore e che esplorava ciascuno dei suoi arredi trovò anche una maschera da teatro lavorata con molta abilità, e avendola sollevata con le mani disse:
"Oh, quale testa, ma non ha cervello".

La favoletta si addice agli uomini splendidi di corpo, ma stolti di mente.


Questa è una delle sagge favole di Esopo, dedicata a quelle persone molto belle e affascinanti che purtroppo non hanno intelligenza, o non sono dotate di una spiccata personalità. Come al solito, una favola sempre attuale.

giovedì 27 gennaio 2011

Primo Levi "Se questo è un uomo" e "La tregua"

27 gennaio. Giorno della memoria. Giorno in cui l'armata sovietica entrò nel lager di Auschwitz.  Giorno scelto per ricordare il terribile tentativo di genocidio operato da parte dei nazisti di Hitler ai danni degli ebrei e non solo. Non dimentichiamo tutte le minoranze e le persone considerate "diverse" che vennero rinchiuse nei lager. Gli omosessuali, zingari, politici dell'opposizione. Persone scomode, che avrebbero "intaccato" la "purezza" della razza.
Per ricordare la Shoah, propongo la lettura di un libro, che ho letto qualche anno fa, ma che ricordo ancora per la gravità dell'argomento trattato e la scorrevolezza della scrittura: "Se questo è un uomo" di Primo Levi, approfitto anche per consigliare la seconda parte di quest'opera : "La tregua". Spesso si trovano insieme in un volume unico.

La trama è nota ed è simile ai tanti racconti fatti dai sopravvissuti ai campi di concentramento, l'opera non fu scritta per vendetta, ma solo per ricordare, affinchè resi noti questi terribili avvenimenti non accadessero più.
L'autore racconta l'esperienza nel lager e della deportazione, dal primo capitolo (Il viaggio) in cui si parla dei campi di transito e del viaggio degli ebrei italiani in Germania, fino all' ultima parte in cui, malato, attende l'arrivo dell'Armata Rossa che porterà in salvo i superstiti.

"La tregua" tratta, invece, dell' incredibile viaggio dei deportati, ormai liberati,  verso le proprie terre natìe.

 Sono due opere che non possono mancare nella libreria di ciascuno di noi.



 « Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no. »



Per saperne di più e per conoscere gli eventi organizzati nella propria città in occasione del "Giorno della memoria" visitate questo utilissimo sito: http://www.lager.it/giorno_memoria.html
Per conoscere meglio questo autore, vi consiglio questo sito: www.primolevi.it/ 

Ricordo, inoltre, la recente proposta da parte di R. Pacifici, capo della Comunità israelitica di Roma, di una legge, che punisca il negazionismo (le ideologie che negano la reale esistenza dei campi di concentramento) o il ridimensionamento di questa tragedia. 
 

mercoledì 26 gennaio 2011

Pettegolezzi

A tutti piace "spettegolare", non neghiamolo! L'amica che ha lasciato il fidanzato, la collega che ha sbagliato il colore della tinta, il direttore che va in giro con la patta aperta, ogni scusa è buona per chiacchierare e spettegolare. Oppure pensiamo a quante volte abbiamo annunciato: " Ma Tizia è proprio una gran pettegola! A proposito...lo sai che suo marito è stato visto con una biondona? L'ho sempre detto io che quello lì non mi convinceva..."
E se proprio non vi considerate avvezzi agli spettegulezz, non ditemi che non avete mai sbirciato tra le pagine di una rivista scandalistica pensando: "Cavoli! Hai capito alla ex velina che si è messa con Clooney?"
Anche i pettegolezzi hanno un loro perchè!

L'uomo, in quanto animale sociale, comunica. I gruppi vivono di comunicazione, altrimenti non potrebbero progredire (è grazie alla comunicazione che avvengono i miglioramenti della società, pensate se ognuno avesse tenuto le proprie scoperte per sè, non saremmo stati neanche in grado di usare tutti il fuoco). Il bisogno di comunicare è così forte che la comunicazione avviene anche senza che ci siano dei motivi concreti. Il pettegolezzo è una manifestazione di questa necessità.
In mancanza di fatti importanti di cui parlare, si finisce per parlare di altri membri del gruppo, spesso giudicandoli in modo positivo o negativo (dal collega dell'ufficio, all'amica del cuore, passando per i VIP).
Il pettegolezzo può essere considerato come una pratica UNIVERSALE, in quanto si ritrova in tutte le culture. E' utile al fine di rafforzare i rapporti interpersonali e a far circolare una certa immagine di se stessi e degli altri membri del gruppo.

 Niente male eh? Quindi il pettegolezzo non è come potrebbe sembrare una pratica così inutile e frivola...anzi! Ha delle sue motivazioni e funzioni sociali!

"L'orribile karma della formica" di D. Safier

Benvenuti nella mia libreria!
Oggi, sullo scaffale, voglio aggiungere un divertentissimo romanzo: "L'orribile karma della formica" di David Safier (Ed. Sperling Paperback)                                                                     

Trama:
Kim è un'ambiziosa conduttrice televisiva. Una donna forte e senza scrupoli. Il desiderio di fama e di successo la conduce non solo a "pugnalare alle spalle" le sue colleghe, ma anche a trascurare la famiglia (una carogna insomma ). Proprio quando Kim raggiunge l'apice della sua carriera, il destino vuole che per un'assurda coincidenza, la donna muoia improvvisamente, perdendo l'affetto della sua figlioletta Lilly e l'amore del suo splendido marito.  Kim finisce nel ciclo delle reincarnazioni e ripartirà da...formica! Riuscirà a scalare i livelli delle reincarnazioni e a rinascere nel corpo di una donna per impedire che il suo affascinante marito finisca tra le braccia di Nina, la sua migliore amica?

Commenti:
E' una lettura leggera e divertente, che ho letteralmente divorato durante il week end! Spesso mi sono ritrovata a ridere di gusto delle stramplate avventure che l'ironica Kim si ritrova ad affrontare durante le sue vite. Lo stile di scrittura è semplice e chiaro, adatto ad un genere brillante e comico.

Lo consiglio?
Certo! Il libro è consigliato per tutti coloro vogliano trascorrere qualche ora nel relax e nel divertimento! E' una commedia divertente e leggera che sicuramente colpirà la vostra attenzione e stimolerà la vostra curiosità!

Come aumentare le visite sul proprio blog

Tutti i blogger si pongono la stessa domanda: come aumentare il numero di visite sul proprio blog o sito internet?
In base alla mia piccola esperienza da blogger posso segnalare alcuni semplici ma efficaci consigli:


1) Scrivere, scrivere, scrivere! E' necessario aggiornare almeno una volta al giorno il proprio sito, per incuriosire e far affezionare i lettori. Deve diventare una piacevole abitudine.  Un sito non aggiornato trasmette una desolata atmosfera di "abbandono".

2) Rendere piacevole il blog dal punto di vista grafico. I template e gli sfondi prestabiliti delle varie piattaforme che offrono questo servizio sono spesso anonimi e troppo semplici. Ma attenzione! Inserire troppi gadget finisce per trasformare il sito in un enorme e confuso bazar! Sfondi in movimento, glitter e adesivi appesantiscono il blog, rendono difficile il caricamento e distolgono l'attenzione dai post.

3) Essere originali. Copiare non è bello.

4) Farsi "pubblicità". Si può inserire il link al proprio blog nelle firme dei forum, commentare i blog altrui, linkare il proprio sito nei vari social network. Niente spam! Non è educato ripetere all'infinito di "passare dal proprio sito". Si finisce solo per essere cacciati dai forum e malvisti dagli altri utenti.

5) Avere pazienza. Roma non è stata costruita in un solo giorno. Non demoralizzatevi se dopo una settimana avrete raccolto un esiguo numero di visite. Abbiate fiducia e non abbandonate la vostra passione

I ringraziamenti in una tesi di laurea

Ho finito la tesi. E ora? Dove inserisco i ringraziamenti? E soprattutto chi ringrazio e in quale ordine? Il professore mi ha seguito poco, devo ringraziarlo ugualmente? Questi ed altri amletici quesiti ci tormentano al termine della faticosa stesura della tesi. Sembrerebbe un argomento banale, ma assolutamente non lo è! D'altra parte siamo già distrutti dai continui viaggi in biblioteca e in facoltà, dalle parole che battiamo con la nostra tastiera e dai terrorizzanti fogli bianchi che ci appaiono sullo schermo e atttendono di essere scritti, perchè anche scrivere i ringraziamenti dev'essere così faticoso?

 Vi suggerisco alcuni consigli da cui poter trarre spunto:

- Innanzitutto è importante l'ordine gerarchico dei ringraziamenti. Verrebbe spontaneo ringraziare in primis il povero fidanzato che ci ha sopportato nei momenti di abbattimento, ma non è così semplice. Il primo da ringraziare è il professore della disciplina, successivamente il dottore o il ricercatore che ci ha seguito, poi l'ente o la biblioteca a cui ci siamo rivolti per eventuali ricerche più approfondite (un'azienda, l'archivio del comune, un'associazione ecc..) e solo infine parenti, amici, fidanzati, amanti (forse a pensarci non è il caso) mariti e colleghi.

- I ringraziamenti, salvo indicazioni particolari del professore, possono essere messi all'inizio o alla fine della tesi.

- Alcuni optano per ringraziamenti meno formali e molto dettagliati, con descrizioni e riferimenti intimi. Ho visto anche ringraziamenti composti da 2-3 pagine! Altri, invece, scelgono ringraziamenti formali che occupano al massimo 6-7 righe. A voi la scelta.

Questo potrebbe essere un esempio, ovviamente da personalizzare!

Innanzitutto, vorrei esprimere la mia gratitudine al Prof. Tal dei Tali, relatore della mia tesi, per l'aiuto e il sostegno fornitomi durante la stesura del lavoro
Desidero, inoltre, ringraziare la Dott.ssa Vattelapesca per aver dedicato numerose ore alla mia tesi.
Vorrei ricordare e ringraziare anche il personale dell' Ente XX per il graditissimo sostegno ricevuto durante le mie ricerche.
Ringrazio con affetto la mia famiglia che mi ha sostenuto durante gli anni all'università.
Infine ho desiderio di ringraziare il mio ragazzo, i miei amici e i miei colleghi.


Spero di essere stata utile!

"Eroi per caso" regia di A.Sironi

Qualche  sera fa su Rai1 è stata trasmessa la seconda e ultima puntata della miniserie "Eroi per caso" regia di Alberto Sironi.

TRAMA:
 La fiction è andata in onda l'11 e il 12 gennaio. La serie è ambientata nel 1918, ultimo anno di guerra. Un fotografo, (Flavio Insinna) e un cappellano militare (Neri Marcorè) vengono incaricati di scortare alla Trincea Torre il caporale Vanin (Michele Alhaique). Il soldato però riesce a fuggire, per raggiungere la moglie incinta, lasciando nella disperazione i due soldati della sua scorta. I tre, saranno protagonisti di rischiose situazioni che li vedranno diventare dei veri e propri eroi per caso.

COMMENTI:
La fiction è molto bella, le ambientazioni ben curate. L'ironia e la comicità che traspare dalle avventure dei protagonisti, non nasconde però la morale in sottofondo: l'assurdità della guerra.
Molto bravi gli attori, in particolare mi è piaciuto Neri Marcorè, nella sua veste di cappellano militare, un brava anche ad Ambra Angiolini, interprete di Teresa, una ragazza rimasta sconvolta da un bombardamento e follemente innamorata del sacerdote.

LINGUA:
La fiction, è ambientata al fronte, sull'Isonzo, ogni soldato porta con sè la propria lingua, la propria cultura. Anche se  poche sono le frasi realmente dialettali, è possibile ascoltare ogni sfumatura dei dialetti delle varie regioni. Una moltiplicità di suoni diversi che rendono unica L'italia.

Per saperne di più e guardare le puntate online: www.eroipercaso.rai.it


Errori comuni

Qui di seguito ho pensato di raccogliere alcuni degli errori grammaticali più comuni che ho sentito e che ho visto in giro.
Spesso bellissimi link riportati su Facebook sono, purtroppo, "macchiati" da questo genere di errori. Spesso si tratta di sbagli di poco conto, che però guastano l'atmosfera più o meno "poetica" del link e diventano oggetto della tagliente ironia altrui. (Sono onesta, anche della MIA ironia). Perciò, facciamoci FURBI! Impariamo dai nostri errori per evitare situazioni imbarazzanti! 

Qui = non quì, l'accento non va.

Purtroppo= non puLtroppo. Si usa la R non la L.

Ti piacciono, mi piacciono, ti piaccio, a loro piacciono non "piaciono" con una solo c. Si usano due C.

Coltello= non coRtello. Si usa la L non la R

Propri= "i propri genitori". Deriva da proprietà. Non dimentichiamoci la R. Non si usa "propi".  

Occhio alle concordanze: Aggettivo maschile va con sostantivo maschile. Nome singolare va con verbo al singolare

Entusiasta= Non esiste "entusiasto" al maschile. Si usa SEMPRE entusiasta. Es. "Sara è entusiasta del nuovo lavoro"- "Marco è entusiasta del nuovo lavoro"

E o E'?

Quando la e va usata con l'accento?
La e va usata con l'accento, quando ha il valore di essere.

-Luca è bello

Quando la e ha valore di congiunzione (unisce due elementi) va usata senza accento:

-Monica e Sara sono amiche

A o Ha?

Luca ha un cane
Luca a un cane



Sara va a Roma
Sara va ha Roma


Che differenza c'è tra queste due frasi? Quando possiamo usare l'h e quando invece no?
Senza addentrarci in difficili spiegazioni basta solo pensare alla A che stiamo usando nella frase. Se si tratta di una A che indica possesso,  proprietà, AVERE, allora si usa l'h. Se al contrario non ha il senso di possedere, l'h non viene usata.


Luca HA un cane. (LUCA è IN POSSESSO  di un cane, il cane è di Luca)

Sara va A Roma
(Sara NON HA ROMA,  NON è in possesso di Roma, è una città, un luogo, indica che Sara vuole, andare a Roma. L'h non si usa).

Parolacce

Oggi parliamo delle parolacce. Sì proprio quelle soavi paroline che da piccoli imparavamo senza conoscere il significato e ripetevamo a raffica, magari durante il pranzo di Natale. E più la mamma ci diceva:"Shhh! Questo non si dice" più noi urlavamo (Il brivido del proibito).
Anche le parolacce fanno parte dela nostra lingua. "Scientificamente" parlando stiamo affrontando il tema del "turpiloquio" (linguaggio turpe).
Le parolacce, sono più frequenti nel linguaggio informale, quando parliamo tra amici, quando si scherza. In questo caso hanno una funzione goliardica, di rafforzamento dei legami sociali, si può parlare di cameratismo. A volte vengono usate come semplice rafforzativo del senso di una frase.

Ma non mancano poi le offese vere e proprie, quando la parolaccia è usata per aggredire, ferire verbalmente qualcuno.
Si tratta di vocaboli che hanno come argomento espliciti riferimenti sessuali oppure parole che intendono sminuire la personalità o l'intelligenza dell'altro, molte volte attraverso paragoni con escrementi.

Parolacce nella storia:
Non è vero che al giorno d'oggi siamo più sboccati. Basti pensare alle goliardiche e oscene poesie di alcuni poeti lirici greci (tipo Anacreonte) oppure alle scritte murali ritrovate a Pompei (pensiamo alle incisioni nella famosa casa "a luci rosse"). Perfino Dante si lascia andare in un famoso verso dell'Inferno XXII (ed elli avea del cul fatto trombetta ).

Parolacce straniere:
Diciamoci la verità. Cosa si impara per prima cosa di una lingua? Le parolacce! In inglese sappiamo a malapena dire "The book is on the table" ma in quanto a offese abbiamo un bagaglio culturale da far impallidire la regina Elisabetta. Stessa cosa vale per lo spagnolo e le altre lingue. Non ditemi che non è vero...

La parolaccia con la sua arroganza, irriverenza, goliardia, il suo essere sincera, diretta, esplicita, ha da sempre affascinato tutti noi e continua certamente a farlo. L'importante è non abusarne!
 

Modi di dire: restare al verde

Perché si dice: "Restare al verde", per indicare che si è rimasti senza soldi? E oggi, in tempi di crisi, probabilmente è una frase che, ahimè, usiamo spesso.
  • La spiegazione più gettonata è questa: Durante le aste pubbliche, a Firenze, si usavano delle candele segnatempo, con il fondo verde. Quando la candela si consumava e si arrivava al "verde" l'asta veniva chiusa.

Esistono però altre interessanti e curiose teorie:
  • Secondo alcuni studi, durante il Medioevo, ai falliti veniva ordinato di indossare un berretto verde, affinchè fossero riconosciuti dal popolo e fossero oggetto di scherno.
  • A Padova, si fa riferimento alla sala verde del Caffè Pedrocchi. Una stanza dove era possibile sedersi senza consumare.
  • Nelle sale da gioco, quando il giocatore aveva perso tutte le sue fiches, guarda desolato il tavolo vuoto, che per convenzione è di color verde,
  • Spesso in passato la fodera interna del portafogli era verde. E vedere il colore della fodera significava che il portafogli era tristemente..vuoto. 
  • Secondo una teoria romagnola, il modo di dire si riferisce al cocomero. Dopo aver mangiato il frutto si arriva al verde della "buccia"
  • Ancora relativo alle candele. I poveri non potevano permettersi di comprare molte candele e spesso queste si consumavano fino ad arrivare al verde della base.
  •  

Fonte: Wikipedia

Modi di dire: avere la coda di paglia

Avere la coda di paglia: è un modo di dire che viene usato quando qualcuno teme di essere criticato per una mancanza o una birbonata commessa.

L'origine di questo modo di dire è da rintracciarsi in una favola di Esopo:

Un volpe rimase incastrata in una tagliola, fortunatamente, riuscì a liberarsi, ma a caro prezzo. L'animale infatti, perse la coda. La volpe si vergognava di farsi vedere nel bosco senza la sua bella coda e gli altri animali, dispiaciuti, le regalarono una coda di paglia e decisero di mantenere il segreto. Un gallo,però, rivelò il fatto in confidenza, e di confidenza in confidenza, la questione arrivò ai padroni dei pollai, che accesero dei fuochi davanti alle fattorie.
La volpe non poteva più cacciare nei pollai per paura di bruciarsi la coda e rivelare il suo problema.

In bocca al lupo!

Qual è la cosa peggiore da dire ad un universitario prima di un esame? "Buona fortuna!"  Non prendetevela se allora il vostro amico, di fronte a questo augurio, tenti si schiaffeggiarvi con il vocabolario di latino. E' scaramanzia. Meglio un classico:" In bocca al lupo" (NON iMbocca al lupo come ho letto con orrore spesso e volentieri).

Ma da dove deriva questo augurio?

- Per alcuni deriva dalla tradizione riguardante la fondazione di Roma, secondo cui Romolo e Remo furono salvati da una lupa che li condusse nella sua tana portandoli in bocca. Il detto sarebbe da intendersi come un augurio di salvezza. Così non avrebbe senso la risposta: "Crepi il lupo".

-Oppure il modo di dire sarebbe stato costruito per assonanza. Deriverebbe da un detto greco: "Prendi la retta via"


- La "bocca del lupo" era il nome della lavagna su cui i marinai riportavano il numero di merci e di uomini che erano giunti in porto. Quindi il detto era un augurio di buona navigazione e di ritorno a casa.

- Deriva dal mondo dei cacciatori. Uccidere un lupo è difficile. Veniva considerata un'azione coraggiosa. Seguendo questa interpretazione avrebbe senso il "Crepi" come risposta.


Fonte: Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/In_bocca_al_lupo )

Modi di dire: prendere un granchio

Vi è mai capitato di sentirvi dire questa frase?
Magari dopo aver intrapreso un progetto che non vi ha dato i risultati sperati? Oppure quando avete commesso un errore?

L'origine di questa frase idiomatica è da rintracciarsi nell'ambito della pesca. Quando, gettato l'amo, un granchio abbocca, il pescatore crede di aver preso un pesce di grosse dimensioni a causa del gran movimento e invece resta deluso. Il granchio è un magro bottino e può anche causare danni alla lenza.

La frase viene usata con ironia, non è un insulto. Indica scherzosamente l'aver commesso un errore o il non aver ottenuto il risultato sperato.

Sembrava un buon lavoro, invece ho preso un granchio.

Madrid non è in Francia, hai preso un granchio!


 Altre frasi che indicano l'aver commesso un errore  sono: "Prendere lucciole per lanterne"  o "Prendere fischi per fiaschi". entrambi i modi di dire indicano lo scambiare qualcosa con qualcos' altro.
Un concetto simile a quello di "prendere un granchio"  con il valore di : commettere qualcosa di inutile viene espresso con "Fare un buco nell'acqua". 

Trucco o make up?

Guardando i numerosi video su  Internet riguardanti il trucco e il mondo dell'estetica, mi sono resa conto di una cosa. Ormai siamo invasi dalle parole inglesi.
Ok, un fenomeno simile è del tutto normale, ormai con la globalizzazione e i tanti scambi interculturali è ovvio che ci siano anche scambi linguistici. Non sono una purista.
Quando la parola italiana che indica un oggetto o un'attività non c'è, è bene servirsi della parola straniera. Pensiamo al mondo dei computer. La tecnologia del settore informatico si è sviluppata soprattutto in America e in Inghilterra, quindi è naturale usare vocaboli inglesi per indicare oggetti e concetti informatici.
Ma quando la parola italiana esiste, perchè usare un vocabolo straniero solo per moda?
Sono consapevole che spesso, ordinando  e acquistando online da siti inglesi o americani,  si diventa più avvezzi ad usare i corrispettivi stranieri, ma sarebbe un peccato mettere nel dimenticatoio le nostre parole. Quindi sforziamoci un po', se la parola esiste, perchè sostituirla?

Nail polish = smalto
Brush=pennello
Concealer= correttore
Bronzing powder= terra
Powder= polvere
Lipgloss= lucidalabbra
Lipbalm=burrocacao
Cream= crema


E voi che ne dite?

Una pagina di...Italo calvino

Accomodatevi nel mio salotto, sedetevi pure dove preferite.
C'è un comodo divano, bianco, in stoffa, con morbidi cuscini.
Fuori fa freddo vero? Vi offro qualcosa? Un the? Un succo? O vista la temperatura, qualcosa di alcolico?
Un po' di musica in sottofondo. Io direi un bel pezzo di Allevi. Le note pacate e limpide del pianoforte si disperdono nell'ambiente insieme allo scoppiettare della legna nel camino.
Scelgo un libro sullo scaffale e mi siedo. Sorseggio ad occhi chiusi del buon the verde, perdendomi nel fumo che sale dalla tazza nel freddo della sera.
 Dopo aver gustato la sua cena, la micia miagola soddisfatta e si accoccola in una morbida nuvola di fusa e di pelliccia accanto a me.

Mi schiarisco la voce. Iniziamo:


"Per arrivare in fondo al vicolo, i raggi del sole devono scendere dritti rasente le pareti fredde, tenute discoste a forza d'arcate che traversano la striscia di cielo azzurro carico.
Scendono diritti, raggi del sole, giù per le finestre messe qua e là in disordine sui muri, e cespi di basilico e di origano piantati dentro pentole ai davanzali, e sottovesti stese appese a corde fin giù al selciato, fatto a gradini, con una cunetta in mezzo all'orina dei muli.
Basta un grido di Pin, un grido per incominciare una canzone, a naso all'aria sulla soglia della bottega, o un grido cacciato prima che la mano di Pietromagro il ciabattino gli sia scesa tra capo e collo per picchiarlo, perché dai davanzali nasca un' eco di richiami e di insulti.
-Pin! Già a quest'ora cominci ad angosciarci! Cantacene un po' una, Pin! Pin, meschinetto cosa ti fanno? Pin, muso di macaco! Ti si seccasse la voce in gola, una volta! Tu e quel rubagalline del tuo padrone! Tu e quel materasso di tua sorella!
Ma già Pin è in mezzo al carrugio, con le mani nelle tasche della giacca troppo da uomo per lui, che li guarda in faccia uno per uno senza ridere: - Dì Celestino, sta' un po' zitto, bel vestito nuovo che hai. E dì, quel furto di stoffa ai moli nuovi, poi non si sa ancora chi è stato?..."



Una pagina di: "Il sentiero dei nidi di ragno" Italo Calvino

Una poesia a caso...Saffo

La luna sbircia curiosa dalla finestra. La sera è limpida e stellata. Apro un libro a caso ad una pagina a caso.
Vi regalo una famosissima poesia greca di amore, passione e gelosia. Una poesia ancora attuale ed emozionante.


Mi sembra pari agli dei quell’uomo che siede di

fronte a te e vicino ascolta te che dolcemente

parli e ridi un riso che suscita desiderio. Questa

visione veramente mi ha turbato il cuore nel

petto: appena ti guardo un breve istante, nulla

mi è più possibile dire,

 
ma la lingua mi si spezza e sùbito un fuoco

sottile mi corre sotto la pelle e con gli occhi

nulla vedo e rombano le orecchie

 
e su me sudore si spande e un tremito mi afferra

tutta e sono più verde dell’erba e poco lontana

da morte sembro a me stessa.



                                                   Saffo

Allarme!

Accendo la tv per rilassarmi. Mi siedo sul divano. Mi tiro su la copertina e inizio con l'amato zapping serale. Ho beccato l'ora dei telegiornali. Ok, non fa male essere informati, o sì?
Allarme diossina! Carne tedesca tossica! Allarme freddo! Allarme neve! Allarme nebbia! Allarme stalking! Allarme violenze familiari! Alla fine del tg mi sento come la protagonista di un film di guerra. Sono al sicuro solo sotto la mia copertina? O no? Bè fino al prossimo: allarme acari! allarme allergia!
Con l'aviaria guardavamo con sospetto ogni colombo morto e abbiamo mandato in crisi gli allevamenti di polli, con la mucca pazza siamo diventati tutti vegetariani. Con l'H1N1 siamo diventati ipocondriaci. (Io seguivo con attenzione la mappa dei contagi e sono diventata disinfettante dipendente). Basta! Quest'anno, nonostante la suina sia stata declassata a influenza stagionale, i giornalisti ci informano costantemente sui decessi, sottolineando se le gravi condizioni di alcuni pazienti siano da attribuire a patologie pregresse o meno, insinuandoci il sospetto, il dubbio...
I giornalisti devono INFORMARE non allarmare! Le notizie vanno date per quelle che sono, non facendo di tutto per creare panico e timore nella popolazione. L'anno scorso, ricordo, che dopo il titolo terrorizzante e il bollettino dei decessi per influenza, i giornalisti concludevano gli articoli con: "comunque le autorità invitano a restare tranquilli, i rischi sono limitati" Ma che limitati? Prima mi terrorizzi e poi cerchi di rabbonirmi con una frasetta lanciata lì?
E le condizioni metereologiche? Se fa troppo caldo o troppo freddo è sempre fuori dalla media stagionale...allarme freddo! Allarme caldo!
E io lì...come un ebete sul divano...fino a quando non sento la sigla finale del tg e finalmente iniziano i cartoni animati.
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Saggezza latina: excusatio non petita accusatio manifesta

Vi è mai capitato che qualcuno, di fronte ad un "fattaccio" si sia discolpato senza che ce ne fosse bisogno? Senza che ci fosse un'accusa nei suoi confronti?

I romani avevano un detto per indicare questo:

Excusatio non petita, accusatio manifesta

Scuse non richieste, manifestano una colpa


Per gli antichi, chi si fosse discolpato senza un'accusa nei suoi confronti, in realtà nascondeva qualcosa. Il suo scusarsi era un simbolico "auto-accusarsi". Come se in, realtà avesse qualcosa da nascondere. Saggezza antica!

Ubi maior, minor cessat!

Spesso viene usato questo antico detto: "Ubi maior, minor cessat". Ma qual è il suo significato?

Di fronte al più forte, il meno forte deve farsi da parte.


Quando può essere usato? Facciamo un esempio:


Il vicedirettore sta rimproverando un impiegato. Arriva il direttore che invece sminuisce il fatto e prende le difese di chi era stato accusato. Di fronte all'intervento del direttore, il vicedirettore non può far altro che mettersi da parte e lasciar perdere.

Bè oltre che Ubi maior, minor cessat, al vicedirettore saranno venute ben altre frasi in mente, ma per quest'ultime è bene riferirsi ad un altro post...

Palindromi

Oggi vi presento una chicca per farvi fighi davanti ai vostri amici e giocare un po' con l'italiano:  "i palindromi".
I palindromi sono vocaboli o frasi che lette al contrario (da destra a sinistra) mantengono lo stesso significato.
Sono più facili da capire che da spiegare.


Esempi:

Radar

Ossesso

Ingegni

Anilina

Ero io re


Simpatici vero?

Dubbi? Come evitare una figuraccia!

A tutti capita di avere dei dubbi o dellle insicurezze sulla nostra lingua. Siete seduti al vostro banco nel bel mezzo di un compito in classe o avete davanti un questionario di un esame o di un concorso, siete alla vostra scrivania e immaginate un racconto o una fiaba che vi renderà ricchi e famosi per i secoli futuri e lì vi sale il fatidico dubbio: Coscienza con la i o senza i? Il plurale di camicia? Ciliegia, cigliegia? Non disperatevi e non sentitevi frustrati. Capita a tutti! Come diceva Socrate: "Il saggio sa di non sapere". Solo il fatto che vi sia sorto il dubbio è un elemento importante. L'unica soluzione all'insicurezza è: INFORMARSI. Vocabolari cartacei o virtuali, forum e siti di linguistica, enciclopedie e simili servono proprio a questo. Cercare sul vocabolario NON è una perdita di tempo. Meglio impiegare 5 minuti a cercare di sciogliere un dubbio grammaticale piuttosto che scrivere un errore e fare una bella figura di m....una figuraccia insomma.

Sembra un consiglio banale e in effetti lo è...ma è necessario ricordarlo qualche volta! 

Perché leggere?

In un mondo, ormai, sempre più veloce, diretto e tecnologico perché dovremmo fermarci a leggere un libro? Cercherò di elencare alcuni motivi, a mio parere, validi, per sedersi sul divano e sognare tra le pagine di carta.

1) Perchè arricchisce il personale bagaglio culturale e lessicale! Questa è la strana e difficile frase che ci veniva detta dalle maestre, durante la scuola elementare, quando ci costringevano a leggere letture dell'800- 900 forse troppo noiose per bambini di 7 anni. ("Libro cuore", "Incompreso" e "allegri" romanzi del genere). Col tempo, e con altre più leggere e interessanti letture,  ho compreso appieno la famosa frase, e soprattutto ho capito che le maestre avevano ragione. Leggere insegna a parlare, a comunicare, a scrivere, allarga i nostri orizzonti mentali! Ci impedisce di entrare in un supermercato e chiedere: " Vorrebbi 5 euri di salciccia", il che non è poco.

2) I libri ci fanno sognare, ci permettono di evadere dalla realtà per qualche ora. Un attimo prima siamo nel nostro soggiorno, un attimo dopo in un bosco, al fianco di elfi armati di arco, oppure nell'arena del colosseo, tra il fragore delle armi, la sabbia dell'arena, il sudore e il sangue dei gladiatori. Ed è bello continuare a sognare e a fantasticare anche da grandi, no?

3) Il profumo della carta appena stampata, lo scricchiolio delle pagine, le colorate copertine di cartone o le pesanti copertine rigide.

4) E' un piacere economico. Che in tempi di crisi, credo sia una cosa molto postiva! Escludendo i più recenti best seller, quelli che scalano le classifiche e che troviamo sui podi di cartone degli ipermercati (prezzo 20 euro circa), sono tante le possibilità di acquistare libri a prezzi più convenienti. Ci sono le collane tascabili (4.90 o 6.90), le offerte speciali (sconti del 20%- 30% o le vendite di libri al kg) e i classici che spesso vengono venduti a prezzi stracciati.

5) Ricordiamo che, spesso, ottimi scrittori sono anche ottimi lettori!


Quindi: spegnete la tv e il pc...e accendete un buon libro(Lo so è lo slogan più banale e scontato del mondo e mi fa un po' sentire come un programma tv per adolescenti, ma ho sempre sognato di poterlo dire

Come scrivere un articolo di giornale

Voglio proporvi alcuni suggerimenti su come scrivere un articolo di giornale.  Non vi prometto che vincerete il premio Pulitzer (ve lo auguro però!) e non sono suggerimenti all'ultima moda  (per quelli ci sono i corsi di giornalismo e i master da 5.000 euro), ma seguendo questi piccoli consigli potrete scrivere un articolo giornalistico di tutto rispetto. Iniziamo!

1) Il titolo. Sicuramente la prima cosa che si nota di un articolo è il titolo. Il titolo deve avere la capacità di colpire immediatamente l'attenzione del pubblico. Dev'essere di effetto e diretto.

2) Introduzione. L'articolo deve iniziare con il nome della città in cui si è svolta l'azione. La prima frase deve raccontare in modo diretto e sintetico cosa è accaduto. Solo dopo si procederà con la spiegazione dettagliata del fatto.

Esempio:


Milano-  I carabinieri hanno sequestrato un container di merci contraffatte, il proprietario del deposito in cui la merce era tenuta nascosta è stato arrestato.
Ieri mattina, a seguito di una perquisizione, i carabinieri hanno rinvenuto in un deposito nella periferia di Milano un conteiner contenente merce contraffatta. Si tratta di scarpe e capi di abbigliamento "taroccati" delle più note griffe.
Il proprietario del deposito in cui il container era nascosto è stato arrestato e condotto in carcere. Sull'uomo grava l'accusa di contraffazione.


3)Per il corpo dell'articolo è consigliabile seguire la regola delle famose 5 W. In modo da informare in modo completo i lettori.

Who: Chi = I carabinieri
Where= Dove = A Milano
When= Quando= Ieri mattina
What= Hanno sequestrato un container e arrestato il proprietario
Why=Perché= il container conteneva merci contraffatte

4) Oggettività. Il giornalista deve informare. In teoria non dovrebbe esprimere chiaramente il suo pensiero  riguardante la notizia, ma deve solo raccontare il fatto. Questo concetto, però, spesso non viene rispettato e il giornalista prende chiaramente posizione. E'ovvio che siamo umani ed è normale dare all'articolo una sfumatura che segua il nostro pensiero (anche involontariamente) ma non bisognerebbe mai essere troppo espliciti e influenzare l'opinione del lettore.

5) Il linguaggio usato dev'essere diretto e semplice.Non è un racconto. Non ci si dovrebbe perdere in dettagli inutili.



Esempio da NON seguire: 
Faceva molto freddo, il cielo era nuvoloso e minacciava pioggia, quando i carabinieri, dopo aver parcheggiato sulla strada umida di brina, si sono incamminati verso la porta arrugginita del vecchio deposito. Il proprietario, un uomo alto, brizzolato, sulla 60ina, dal viso burbero e preoccupato, alla vista degli uomini in divisa che avanzavano armati verso di lui, ha avvertito un lieve malore e i  pensieri si sono accavallati nella sua mente.
" Cosa faccio adesso?" 


6) Sarebbe utile aggiungere all'articolo anche una bella foto, magari scattata sul momento o se questo non è possibile, inserire una foto di repertorio (una foto generica sui carabinieri ad esempio)

7) Attenzione agli errori grammaticali e agli errori di distrazione o di battitura, il vocabolario e una lettura attenta possono essere un' ottima soluzione a questi inconvenienti.

Buona scrittura!

Ps= Ovviamente l'articolo è di pura invenzione. Il riferimento a persone o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

Come partecipare ad un concorso letterario: il bando

Ho deciso di riportare alcuni piccoli consigli per scrivere un buon racconto e soprattutto partecipare ad un concorso letterario.
E' importantissimo per prima cosa: leggere
ATTENTAMENTE il bando del concorso! Sembrerebbe una cosa banale , ma non è assolutamente così! Prima di essere sottoposto al giudizio della giuria, il racconto deve essere conforme ad alcuni parametri che vengono espressi nel bando. Se siamo distratti rischiamo che il nostro lavoro venga respinto senza essere neanche valutato.

- L'età dei partecipanti. Ci sono tantissimi tipi di concorsi: per gli adulti, per le scolaresche, per i bambini. Attenzione a non partecipare a concorsi per bambini di prima elementare se abbiamo 35 anni! Oppure ricordatevi di specificare la categoria giusta alla quale partecipate se il concorso prevede la partecipazione di diverse fasce d'età!

- La lunghezza. Se il bando prevede 2000 battute spazi compresi, non possiamo far partecipare al concorso il nostro romanzo storico di 1500 pagine! Si può"straripare" di una decina di battute, in più o in meno, ma cerchiamo di restare nei limiti suggeriti dal regolamento.

-Occhio all'ente che organizza il concorso. Se è organizzato da un'associazione animalista, non possiamo proporre un racconto a favore della caccia. Ovviamente ognuno è libero di scrivere ciò che vuole, ma è bene avere un po' di buon senso.

- Errori. Su questo non mi stancherò mai di ripetere: usate il vocabolario! Leggete e rileggete il testo per scovare eventuali errori di battitura e sfogliate il vocabolario per i dubbi grammaticali.

- Invio. Tenete ben a mente le scadenze. Inviate il materiale con un certo margine di sicurezza per evitare il rischio di eventuali ritardi delle poste. Se l'invio è previsto per posta elettronica, speditelo nel formato richiesto.

 Non mi resta che augurarvi...In bocca a lupo
!

Il mondo è colorato!

La comunicazione non avviene esclusivamente con le parole e con la scrittura, ma anche con le immagini e soprattutto attraverso i colori. I colori trasmettono sensazioni ed emozioni e sono molto importanti nella comunicazione anche se noi, spesso, non sembriamo farci caso.

Rosso: E' il colore dell'amore per antonomasia, dei cuori e della passione. Pensiamo alle rose rosse o ai bigliettini di San Valentino dove questo colore trionfa! Ma è anche il colore che indica: attenzione. Proprio perché le sue tonalità accese, colpiscono la nostra attenzione, viene usato nei segnali di pericolo, (semafori, cartelli stradali, segnali d'emergenza) o quando si vuole attirare lo sguardo dei passanti.

Blu: E'il colore del mare. Trasmette una sensazione di benessere e tranquillità. Non a caso è il colore del velo della Madonna. Il blu e il verde vengono usati spesso nelle insegne delle aziende, delle banche e delle assicurazioni, proprio per creare quella sensazione di stabilità e tranquillità

Verde: E'il colore delle natura, dell'erba, della primavera. Trasmette tranquillità. Viene usato nei cartelli stradali per indicare il via (semafori) oppure per segnalare le uscite di sicurezza. (appunto per trasmettere tranquillità)

Giallo/ Arancio: E' il colore del sole, dell'energia, della vitalità. Anche il giallo viene usato per attirare la nostra attenzione. Pensiamo ai cartelli dei negozi, in particolare dei saldi. Spesso sono proprio di questo colore acceso.

La comunicazione seduttiva

Salve!
Vorrei proporre un argomento che sicuramente stuzzicherà la vostra curiosità. La comunicazione seduttiva. Di cosa si tratta? Siete interessati vero? Bene! Iniziamo!
Quando incontriamo un boy o una girl che ci fa battere il cuore, tremare le gambe, ci riempe lo stomaco di farfalle e quant'altro, il nostro obiettivo principale diventa: fare bella figura!
Per fare questo ci mostriamo sicuri di noi e quasi involontariamente adattiamo il nostro linguaggio e la nostra comunicazione alla situazione che stiamo vivendo.

1) Evidenziamo le nostre qualità e tendiamo ad omettere e a nascondere i nostri limiti. Con questo non significa, di certo, mentire! Ma mostriamo all'altro/a il nostro lato migliore, descrivendo i nostri interessi, ciò che ci appassione e le nostre capacità. Sicuramente ci rendiamo più interessanti presentandoci con frasi del tipo: "Studio medicina, è una facoltà impegnativa, ma molto interessante" Invece di un secco: " Studio medicina, o meglio ho dato 3 esami su 50, sono fuori corso e ultimamente mi sento un fallito". Se vi sentite così depressi e cercate conforto, aspettate almeno che il rapporto si approfondisca! Per il primo incontro è meglio restare sul vago no?

2) L'avete tampinato per mesi, l'avete perseguitato quasi rischiando un' accusa di stalking, l'avete fissato con il vostro  migliore sguardo da Bambi e ora finalmente vi ha invitato ad uscire. Sicuramente l'insicurezza regna sovrana: "Sono bella? Mi sono truccata bene? Cavoli, la maglia mi sta troppo stretta e mi è cresciuto un brufolo sul naso della grandezza di un Ferrero Rocher!" Se quando vi vedrà o durante l'appuntamento il ragazzo in questione vi dirà la tanto attesa frase:" Sei molto carina"... non rispondete con un elenco di difetti del tipo: "Ma che dici? Ho un brufolo che mi fa assomigliare a strega Salamandra, la maglia mi sta da schifo e non mi sono fatta la ceretta ai baffi!" Limitatevi ad un "grazie". Nella stragrande probabilità dei casi lui non si è neanche accorto dei "piccoli" difetti, perchè evidenziarli?

3) Non esagerare! Ok, è bene evidenziare i nostri punti forti ed evitare un' eccessiva autocritica. Ma non esageriamo. Non mostriamoci ferrati in filosofia se non abbiamo idea di chi sia Hegel, nov vantiamoci di essere appena tornati da un safari nella giungla quando in realtà odiamo il campeggio. Mostrarci migliori non significa mentire!

E voi? Quali sono i vostri metodi "seduttivi"? Qualche piccolo trucco di seduzione e di comunicazione da proporre? Fatevi avanti

L' italiano è sexy!

Oggi è sabato, il week end è iniziato e oggi un po' di relax! Niente grammatica, niente pizzosi consigli linguistici. Oggi parliamo di un argomento "hot"! L'italiano è sexy.
Su Facebook spopolano gruppi come:"Ragazze che considerano un congiuntivo più sexy di un orologio di lusso" (con attualmente ben 45.570 iscritti),  "Valutare progetti di vita con persone che scrivono bene QUAL è" (12.020 iscritti) e "Il congiuntivo non è una malattia degli occhi" che, udite, udite, può orgogliosamente vantare al momento 99.936 iscrizioni!
Questo cosa significa? Che saper parlare l'italiano è un buon modo per sedurre. Bè almeno è un punto di partenza! Poi se vi presentate con i denti color terra di Siena e le ascelle invase da piattole neanche un periodo ipotetico ben strutturato vi potrà salvare.
Immaginate una notte stellata, lui e lei sulla spiaggia, occhi negli occhi e..." Vorrebbi dirti che sei stupenda. chissà come avrebbe stato se non ti avrei incontrato." Roba da far cadere le braccia. Sono cose che ti fanno venire voglia di fargli ingoiare uno Zanichelli!
Quindi boys and girls non sottovalutate il potere erotico dell'italiano! Altro che perizoma!

Comunicazione seduttiva: modalità non verbali

Quando vogliamo "corteggiare" qualcuno, non ci serviamo solo della comunicazione verbale. Ma anche di gesti e atteggiamenti (non verbali) per catturare l'attenzione del nostro interlocutore.

- Il contatto oculare ha la sua importanza, esprime fiducia e credibilità. La dilatazione della pupilla è un potente segnale di attrazione e seduzione. Quanto più si tende a ricambiare lo sguardo, maggiori sono le probabilità di un avvicinamento.

-La mimica facciale e in particolar modo Il sorriso timido è un ulteriore segnale di seduzione, adottato soprattutto dalle donne.

- Il tono della voce è considerato un efficace strumento di seduzione. Secondo alcuni recenti studi di Anolli e Ciceri (2002) è emersa una distinzione tra seduttori efficaci e non efficaci. I primi sono dotati di un certo grado di variabilità nella voce, passano dai toni più alti in grado di inviare segnali di socievolezza, fino a toni più caldi e bassi per favorire un contatto reciproco. I seduttori non efficaci sono invece caratterizzati da una voce piatta e priva di variazioni, che alla lunga è considerata noiosa.

Intro

Salve a tutti!
Cosa mi ha spinto a pubblicare l'ennesimo blog nella già superaffollata rete? L'affetto che ho per la nostra amata e odiata lingua: l'italiano. Capita a tutti di avere piccoli dubbi o cercare chiarimenti in proposito, e in questo blog voglio racchiudere piccoli consigli su come utilizzare al meglio la nostra lingua. Lungi da me essere pedante e noiosa!  Anzi! Cercherò di essere più semplice e chiara possibile.
Ma italiano non vuol dire solo grammatica! Spazierò dalla linguistica alla letteratura, passando per notizie e curiosità!
Se vorrete propormi questioni, suggerimenti o desiderate semplicemente intervenire nelle discussioni, fate pure!


Buona lettura!

                                   Easycat