sabato 23 luglio 2011

Pompei: restaurata la casa della Fontana Piccola


Finalmente, dopo aver parlato dei crolli che hanno interessato l'area archeologica di Pompei, possiamo anche parlare di restauro.
Dopo circa un anno dall'inizio dei lavori, è stata portata a termine l'opera di restauro degli affreschi della casa della Fontana Piccola all'interno degli Scavi di Pompei.
Ad aprile dello scorso hanno era stato inaugurato il primo lotto del restauro che aveva interessato il dipinto murale con scena di paesaggio fluviale, edifici sacri, figure e imbarcazioni.

Il recupero degli affreschi è stato possibile grazie alla collaborazione promossa dalla Soprintendenza speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei con la Fondazione Citta'Italia e l'Associazione per Pompei, unione di imprenditori e professionisti, che hanno contribuito alla raccolta dei fondi necessari per i lavori.

Circa 10 mila euro per ciascun lotto è il badget stanziato per i lavori di recupero, condotti sotto la supervisione della Soprintendenza e in particolare del direttore dei laboratori di restauro Dott. Ernesto De Carolis e diretti dal conservatore direttore coordinatore Stefano Vanacore.

Ben presto si prevede il termine dei lavori di restauro del terzo e ultimo lotto.


Fonte e foto: ansa.it

venerdì 22 luglio 2011

Modi di dire: essere un impiastro

"Ma sei un impiastro!!!"

Con questo "gentile" modo di dire si indicano persone noiose e pesanti.
L'impiastro è un medicamento, che spesso veniva usato come soluzione ad alcuni mali. Si tratta di decotti e unguenti di vario genere, che venivano spalmati sul corpo. Potevano essere freddi o caldi.
E' una pratica "leggermente" fastidiosa, a causa della temperatura, dell'odore, della difficoltà di pulizia, e per il senso di pesantezza che provoca il decotto sul corpo, che costringe il paziente a restare immobile a letto durante il trattamento.

Essere un impiastro indica quindi una persona sgradevole o pesante, proprio come un impiastro!  

giovedì 21 luglio 2011

"Diario di un killer sentimentale" di Luis Sepulveda

Approfittando dell'interessante iniziativa, di qualche mese fa, del "Sole24ore", che offriva con soli 50 cent. in più, in allegato, racconti di grandi autori della letteratura, ho letto, anzi, divorato, "Diario di un killer sentimentale" dello scrittore cileno Luis Sepulveda.
Si tratta di un racconto di una 70ina di pagine che vi catturerà. Il protagonista è un killer professionista, freddo e cinico. Da sempre impeccabile nel suo lavoro, questa volta si ritroverà ad affrontare gravi difficoltà. L'amore per una giovane francese farà inceppare il suo professionale metodo. Ritmo incalzante, sensualità, ironia e brutalità sono gli ingredienti che rendono questo  racconto davvero imperdibile!

mercoledì 20 luglio 2011

Carmelo Bene: in vendita la casa paterna, ma gli artisti dicono no

La cessione di due stanze della casa di Santa Cesarea Terme ai nuovi proprietari ha scatenato la protesta da parte di artisti e appassionati.
 La casa di Santa Cesarea Terme è, infatti, il luogo dove il poeta salentino ha composto le sue poesie giovanili e girato il lungometraggio «Nostra signora dei Turchi». Desta grande preoccupazione il destino di carte, fotografie, premi e disegni dell’artista, il cui smarrimento, comporterebbe un' enorme perdita delle testimonianze di una delle voci più note del Sud-Italia. La vendita della casa, nella quale vive ancora la sorella dell'artista, infrangerebbe il sogno di fare di quella magione un museo sull'attore che rivoluzionò il teatro italiano.
Per protestare attori e poeti terranno l'iniziativa "Attigui a casa sua!".

martedì 19 luglio 2011

"Poetry" di Lee Chang-dong


Oggi propongo la recensione di un film orientale. Una pellicola appartenente ad un cinema "altro" rispetto a ciò che guardiamo normalmente: "Poetry" del regista Koreano Lee Chang-dong.
 
Il cadavere di una ragazza affiora delle acque di un fiume, sconvolgendo la vita di provincia e l'esistenza di Mija, l'anziana e sensibile protagonista. E' evidente il grande rispetto con cui la morte viene presentata agli spettatori. Il corpo della ragazzina scivola lento sulle acque del fiume, non è possibile scorgere il viso della defunta, che è rivolto verso il basso. La ragazza, suicida a causa di una violenza, subita da un gruppo di giovani, verrà presentata in foto, nel corso del film, sorridente e serena. Non vedremo mai il suo volto trasfigurato dalla morte. Si tratta di una scelta registica fortemente rispettosa, tipica del cinema orientale, un cinema “altro”, che propone un'alternativa alle scene forti, macabre e sicuramente meno commoventi di film e telefilm, soprattutto americani, dove i corpi feriti e sanguinanti vengono ostentati, mostrati con scientifica freddezza su lettini da obitorio, corpi addirittura sezionati dal medico legale di turno.

Nonostante l'ostentazione del sangue e della morte, paradossalmente queste scene suscitano nel pubblico indifferenza o al limite, sensazione, ma di certo non commozione nei confronti della vittima.

La telecamera, nel corso del film, osserva, adeguandosi al ritmo lento dell'anziana protagonista, Mija. Da bambina, il suo maestro, lodando le sue doti artistiche, le aveva annunciato: “Quando sarai grande diventerai una poetessa”, ora Mija si ritrova ormai anziana, badante di un uomo malato e irascibile, nonna affettuosa di un nipote adolescente, incostante e ingrato.

Nel corso di una visita medica, alla donna, viene diagnosticato il morbo di Alzhaimer e all'uscita dall'ospedale, Mija assiste, nell'indifferenza generale, alla disperazione di una madre che ha perso la figlia 15enne, suicida. Da quel momento, il destino la conduce ad un corso di poesia che trasformerà il suo sguardo, la guiderà verso una comprensione poetica, ma non meno drammatica, della realtà. Realtà, che vede l'amato nipote adolescente colpevole della terribile violenza subita dalla giovane defunta.

La macchina da presa si sofferma, lenta, su splendidi paesaggi naturali, fiori colorati, alberi e foglie, oggetto di meraviglia per l'animo sensibile e tormentato di Mija che, nonostante i tragici eventi che la circondano, cerca ovunque ispirazione per scrivere la sua prima poesia.

L'ispirazione deriverà proprio dal travaglio e dalla sofferenza per la morte della ragazzina e condurrà l'anziana signora a ripercorrere gli ultimi pensieri e gli ultimi luoghi visitati della giovane vittima, fino ad immedesimarsi tragicamente in quest'ultima.

lunedì 18 luglio 2011

Protesta degli animalisti contro Cattelan

L'irriverente artista Maurizio Cattelan ha suscitato indignazione e proteste tra gli animalisti, esponendo alla 54esima Biennale di Venezia dal tema l'illuminazione, colombi mummificati. Circa 2000 i corpi di volatili usati da Cattelan per "adornare" i padiglioni della mostra.
I rappresentanti delle associazioni animaliste chiedono spiegazioni sulla provenienza dei colombi e i metodi usati per l'uccisione.
-"Questa non è illuminazione è il buio più totale"-E' il commento di  Paolo Mocavero di "100% animalisti".

Davvero è possibile uccidere animali innocenti in nome dell'arte, restando impuniti? E' la domanda che, purtroppo, di fronte a queste situazioni siamo costretti a chiederci nel 2011.

"Habemus Papam" di e con Nanni Moretti


Chiedo umilmente perdono per la mia lunga assenza. Ma tra esami e impegni vari ho messo da parte il blog.
Oggi mi farò perdonare (spero) con una recensione di un film, che nei mesi scorsi ha fatto discutere: Habemus Papam di Nanni Moretti.
Il film ha inizio con le immagini, ormai ben note, del funerale di Papa Giovanni Paolo II. La Chiesa ora ha bisogno di un altro Pastore. I Cardinali si riuniscono nel conclave e dopo alcune votazioni fallite finalmente decidono il nome del nuovo Papa, che ha il volto dell'attore francese Michel Piccoli. Tutto rientra nell'ordine delle cose se non fosse che, al momento della tanto attesa proclamazione, Sua Santità cade in preda ad un attacco di panico, rifiutandosi di salutare i fedeli. Per aiutare il Papa ad uscire da questa crisi, nonostante le perplessità sulla psicoterapia, viene convocato uno psicanalista (Nanni Moretti).
La trama in realtà, a mio modesto parere, è inconsistente. Non c'è un evoluzione della storia, nè dei personaggi. Il nuovo Papa, sembra bloccato nell sua crisi e non subisce alcuna trasformazione nel corso della vicenda. La figura dello psicanalista, non è collegata affatto al personaggio di Sua Santità che riflette più che altro in solitudine sulla sua difficile situazione. Nanni Moretti è interprete esclusivamente di alcune surreali "macchiette" assieme ai Cardinali, che non possono ancora uscire da San Pietro, in quanto non è avvenuta la proclamazione pubblica. Il tema del Papa-uomo, in crisi, psicanalizzato, poteva a mio parere essere meglio svuluppato attraverso una trama più consistente. Dal Film emerge, al limite, una "caricatura" del modo ecclesiastico e della psicanalisi.

Commento finale: Mi aspettavo di più!